Il ruolo della Vergine Maria nei vangeli

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Il Nuovo Testamento ci presenta Maria la Madredi Gesù nell’ordinarietà e nella concretezza della vita quotidiana.
A parte l’annuncio dell’angelo (Lc 1,26-38), il miracoloso non appare nella sua vicenda, che rimane espressione della realtà degli ambienti popolari palestinesi e scandita dagli appuntamenti propri della condizione umana.
Maria è descritta come donna del popolo di povere origini, partecipe agli eventi gioiosi o tristi della vita quotidiana del suo tempo: si fidanza, diventa madre, visita una parente anziana, compie i pellegrinaggi a Gerusalemme, è presente ad una festa di nozze come pure alla morte atroce del figlio, è inserita nel clan famigliare e nella comunità apostolica. E’ una donna vera che sa riflettere e parlare, ascoltare o prendere l’iniziativa, piangere o gioire…
Tutto questo fa di Maria una persona concreta.
La valorizzazione piena di Maria è dovuta a Luca e a Giovanni, che la fanno entrare direttamente in scena nei misteri dell’infanzia e della vita pubblica di Cristo, rivelandone la missione e la spiritualità.
Con Luca, Maria entra in piena luce; è lei che, alle origini del vangelo, occupa il primo posto; è lei che, alla nascita della Chiesa, partecipa con i discepoli alla preghiera nel cenacolo (Atti, 1,14). Infine Giovanni inquadra la vita pubblica di Gesù tra due scene mariane (Gv 2,1-12; 19,25ss): a Cana come sul Calvario, Gesù definisce con autorità la funzione di Maria dapprima come fedele, poi come madre dei suoi discepoli.
A tutti i livelli della tradizione evangelica, Maria è innanzitutto “la madre di Gesù”. Parecchi testi la designano con questo semplice titolo, che definisce tutta la sua funzione nell’opera della salvezza.
Maria, in rapporto a Gesù si trova in una situazione speciale che non appartiene a nessun altro membro della Chiesa. Essa è la madre di Gesù e della Chiesa: in lei vediamo il mistero della Chiesa vissuto pienamente da un’anima che accoglie la parola divina con tutta la sua fede.
Nell’Annunciazione c’è stato un intervento personale di Dio nella storia, riguardante la Vergine, in ordine all’incarnazione del Verbo di Dio. La Vergine è stata chiamata alla collaborazione più alta, con tutto il suo essere. Il Verbo si è fatto carne quando essa, spinta dalla luce e dalla forza dello Spirito, si è offerta con piena disponibilità alla parola e al disegno di Dio.
Questo è lo stile di Dio, che sradica, nel corso della storia, persone e famiglie dalla loro esistenza ordinaria per farle protagoniste della storia della salvezza. Non c’è per costoro altra sicurezza che la parola di Dio, non c’è altro appoggio che quello della sua fedeltà. L’avvenire è tutto carico di mistero e domanda una costante risposta di fede.
Ancora in Luca, durante la vita pubblica il ruolo materno di Maria si esprime nella ricerca del Figlio e nell’ascolto della sua parola, che invita a dare il primato ai rapporti di fede e di adesione alla volontà di Dio: la madre diviene discepola (cf. Lc 8,19-20; 11,28).
Questa prospettiva è accentuata da Giovanni che situa Maria nei due momenti decisivi della prima manifestazione messianica di Cristo (Gv 2,1-12) e del culmine della sua missione salvifica (Gv 19,26-27). Nel pensiero dell’evangelista Maria è strettamente associata all'”ora” e alla glorificazione di suo figlio.
L’insegnamento fondamentale della Sacra Scrittura mira a porre al sicuro gli atteggiamenti di base del cristiano in rapporto al Padre (Regno di Dio), al Figlio (vita in Cristo) e allo Spirito Santo (cammino nello Spirito). Tuttavia non si può negare che Maria sia oggetto di particolare attenzione. Il suo compito nella storia della salvezza è unico e richiede un rapporto diretto con lei nella lode e nell’accoglienza di fede del suo ruolo materno.
Dall’insieme degli autori del Nuovo Testamento emerge in quale onore fosse tenuta Maria nella primitiva comunità cristiana: se la vita cristiana è apertura al regno di Dio, Maria è la vergine povera che si apre ad esso totalmente e in modo esemplare, è la credente che partecipa alla vicenda salvatrice del Signore in un cammino di fedeltà, ascolto e perseveranza; Maria è la prima creatura su cui si effonde lo Spirito Santo per farla operare con cuore nuovo e spingerla alla testimonianza di Cristo e alla lode per gli interventi di Dio nella storia (cf. Magnificat).
Tutti questi sono germi di uno sviluppo che la tradizione attuerà lungo i secoli, fino alle espressioni del Concilio Vaticano II, riguardo alla Beata Vergine Maria, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa, nella costituzione Lumen Gentium al cap. VIII°:
“Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, quando venne la pienezza del tempo, mandò il suo Figlio, nato da una donna… per fare di noi dei figli adottivi (Gal 4,4-5)… Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato e si continua nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli, aderendo a Cristo capo e in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria innanzi tutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo (LG 52)”.