Il Vangelo di Giovanni

Il Vangelo di San Giovanni è qualcosa di molto particolare. Se ogni pagina della Bibbia deve essere illuminata dalla luce discreta e potente dello Spirito Santo perchè possiamo in qualche modo “entrare” nel mistero profondo di Cristo e vivere di esso, questo vale specialmente per il quarto vangelo.
Chi è Giovanni, che si definisce “il discepolo che Gesù amava ?”
La Chiesa, a partire dalle testimonianze scritte della fine del II° secolo (S.Ireneo, S.Clemente d’Alessandria, ecc.) è concorde nell’affermare che l’autore del quarto vangelo è Giovanni l’apostolo, che ha avviato e curato la comunità cristiana di Efeso, nella provincia romana dell’Asia.
Nell’ultima parte della sua lunga vita, e poi anche per l’apporto della comunità in mezzo alla quale Giovanni operava, ha visto la luce il testo sacro come il risultato di una lunga e complessa elaborazione.
Al discepolo che Gesù amava spetta dunque la paternità di questo Vangelo, a una persona che ha scritto in stretta comunione di vita con il Signore e per questo riesce a dare un peso del tutto unico alle sue parole.
La serietà e l’impegno con cui scrive Giovanni ci accompagnano verso lo scopo che si prefigge e che chiaramente enuncia alla fine del cap. 20: “Molti altri segni fece Gesù … ma non tutti sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti perchè crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perchè, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (20,30ss).
Giovanni dunque ci presenta dei fatti della vita di Gesù, dei “segni” come li chiama lui, ma nello stesso tempo ci conduce al di là della loro pura materialità perchè, incontrandoci con Gesù di Nazaret, possiamo anche noi vedere in lui il Cristo, il Figlio di Dio come hanno fatto Natanaele, Tommaso, Maria di Magdala, il cieco nato, il funzionario del re…, e così anche noi, come loro, possiamo ricevere la vita.
Giovanni ci porta così ad una comprensione in profondità di Gesù, avvertendoci continuamente di andare al di là delle parole e dei fatti per cogliere la realtà vera che essi racchiudono.
A questo riguardo è significativo che i miracoli Giovanni li chiama “segni”, qualcosa cioè che invita ad andare al di là.
A Giovanni dunque interessa soprattutto trasmetterci il significato di quello che è avvenuto in Gesù, e fa questo a partire da un punto di prospettiva ben preciso: L’ORA di Gesù, cioè la sua morte gloriosa.
E’ questa la prospettiva da cui dobbiamo porci, per cogliere il senso profondo dei “segni” che Gesù opera. E solo il discepolo che Gesù amava, un discepolo cioè che avesse sperimentato ad altissimo livello l’amore di Cristo, poteva fare questa operazione in modo tanto magistrale da portarci veramente nel cuore stesso del mistero di Dio.
La redazione tardiva di questo Vangelo ha la possibilità di racchiudere la testimonianza non solo del discepolo , ma anche di chi ha speso le sue migliori energie nella predicazione e nella cura della comunità. Giovanni, infatti, ormai anziano, poco prima della sua morte avvenuta verso gli anni 90 D.C., può contemplare il Cristo che aveva visto, toccato, contemplato (1 Gv 1,1) in una luce tutta nuova.
A cinquant’anni di distanza, i due anni vissuti con Gesù appaiono in tutta la loro densità, potendone esprimere meglio la ricchezza.
L’esperienza di Giovanni e della sua comunità è costantemente animata dallo Spirito Santo che, solo, può portare alla comprensione ed espressione piena del Mistero di Cristo (16,13): Gesù è il buon pastore e noi siamo le sue pecore; Gesù è la porta attraverso la quale entriamo nella vita; Gesù è il pane di vita che nutre la nostra anima e l’acqua viva che appaga la nostra sete più profonda; Gesù è la vite di cui noi siamo i tralci.
Tutte queste figure sono usate da Giovanni per convincerci che senza Gesù noi non possiamo fare nulla. Se invece viviamo in questa dimensione, la nostra gioia sarà piena (15,11).

Schema del Vangelo di San Giovanni:
1) Prologo                        1,1-18
2) Ministero di Gesù in Galilea        1,19-12,50
3) Gesù a Gerusalemme             13,1-38
4) Discorso di Gesù                14,1-17,26
5) Morte, risurrezione e apparizioni    18,1-21,25