Il Vangelo di Luca

Luca è originario di Antiochia di Siria, medico, discepolo degli apostoli e compagno di Paolo.
Scrisse il suo vangelo quando già circolavano quelli di Marco e Matteo, per i pagani, per difendere la purezza del messaggio cristiano contro tutti gli errori.
Luca è l’unico evangelista che apre il suo vangelo presentandosi (1,1-4). Egli presenta se stesso come uno storico serio e un pastore zelante per la sua comunità. Presenta la finalità della sua opera: aiutare la sua comunità a diventare adulta nella fede. Ci dà infine notizie sul come ha lavorato facendo ricerche accurate e risalendo fino alle origini.
Nel Nuovo Testamento c’è un altro libro che si apre con un prologo simile, quello degli Atti degli Apostoli (At 1,1-2). Fin dall’antichità la Chiesa è stata concorde nell’attribuire a Luca entrambi i libri, in cui lo stile, la tematica e la struttura chiaramente convergono, e che formano come due parti di una stessa opera.
Nella sua città, Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo, condotto là da Barnaba per formare alla fede la nuova e fiorente comunità composta da Ebrei e pagani convertiti (At 11,25ss).
Presto diventa un suo valido collaboratore, tanto che Paolo lo cita in alcune sue lettere (Col 4,14; Fm 24; 2 Tm 4,11), e addirittura di sfuggita in Col 4,14 ci dà un’informazione sulla sua professione: era medico.
Luca possiede una buona cultura; lo si vede dal suo greco fluente ed elegante, dalla sua perfetta conoscenza della Bibbia scritta in greco, detta dei “Settanta”, ed infine dal come, di tanto in tanto, affiorano punti di contatto con il modo di scrivere degli storici greci del suo tempo.
Quando Luca sente parlare per la prima volta di Cristo ad Antiochia siamo, più o meno, nel 37 D.C.
La Chiesa, a quell’epoca, è una minoranza esigua, perseguitata, ma è anche la Chiesa della prima generazione: entusiasta, piena di ardore missionario, in attesa del suo Signore che presto ritornerà tra i suoi. E’ la Chiesa come emerge dagli Atti degli Apostoli.
Quando invece Luca scrive il Vangelo il quadro non è più lo stesso. E’ la Chiesa della seconda generazione nella quale stanno emergendo alcuni elementi che la rendono più vicina a noi: si scopre che non c’è solo il martirio del sangue ma anche quello della perseveranza, della fedeltà costante nel tempo… una Chiesa in cui si riscontra l’esperienza del peccato, della stanchezza…
E’ a questa comunità che Luca si rivolge ricordando le parole e i fatti di Gesù (Vangelo) e l’entusiasmo della comunità primitiva (Atti). Si tratta di una autentica catechesi che sa inserire la testimonianza viva del Salvatore nella nuova situazione, in modo da illuminarla dall’interno.
A questa Chiesa che scopre la dimensione del peccato Luca propone il tema della conversione e della misericordia di Dio (7,36-50; 16,19-31; 19,1-10; cap. 15).
Davanti all’attesa del Regno che sembra venire frustrata, Luca rilancia il tema della gioia, perchè il Regno non è solo un avvenimento da attendere, ma anche qualcosa già presente di cui fin d’ora bisogna gioire (17,21; 1,44; 1,47; 2,10; 19,6; 24,41), ed è sintomatico che il suo vangelo termini proprio parlando di gioia e di lode (24,52ss).
Nello stesso tempo Luca ricorda alla sua comunità che il Regno di Dio è sì in mezzo a noi ma ancora sotto il segno della croce. Per questo Luca organizza la parte centrale del suo Vangelo (9,51-19,28) come un grande “viaggio di Gesù dalla Galilea a Gerusalemme”, il luogo della croce e della Risurrezione.
Nello schema di questo viaggio egli colloca poi tutto un insieme di parole e fatti di Gesù, per cui tale itinerario si trasforma in un vero e proprio “viaggio del discepolo che segue il suo maestro sulla via della croce”.
Un altro tema su cui Luca torna con insistenza è quello della povertà e dei poveri, al punto di legare inscindibilmente l’essere discepolo all’essere povero. Tra gli evangelisti, infatti, solo Luca riporta questa frase di Gesù: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo” (14,33).
Probabilmente Luca ha davanti agli occhi le grandi ingiustizie sociali delle città greche, ma anche l’individualismo che si annidava nelle comunità cristiane in via di espansione, o l’attaccamento ai beni terreni da parte di qualche cristiano che si era “stancato” di aspettare la venuta del Signore.
Per questo Luca presenta la povertà e la condivisione come segno della novità del Regno tra gli uomini e fermento di comunione fraterna (cf. At 2,44; 4,34).
Un altro tema frequente di Luca è quello della preghiera. Una preghiera insistente (11,5-8; 18,1-6) che si modella su quella di Gesù, sovente colto in preghiera dal racconto di Luca. Una preghiera infine legata molte volte al dono dello Spirito Santo, che il Padre dà appunto a coloro che glielo chiedono (11,13).
La preghiera è dunque la fonte a cui la comunità cristiana deve attingere, se vuole seguire le orme di Cristo e restare una comunità animata dallo Spirito.

Schema del Vangelo di San Luca:
1) Prologo                        1,1-4
2) Nascita ed infanzia di Gesù        1,5-2,52
3) Ministero di Gesù in Galilea        3,1-9,50
4) Viaggio di Gesù a Gerusalemme    9,51-19,27
5) Entrata trionfale e ultima settimana    19,28-23,56
6) Risurrezione e apparizioni di Gesù    24,1-53