Il Vangelo di Matteo

Il Vangelo di Matteo è sempre stato uno dei libri della Bibbia più usati nella storia della Chiesa per diversi motivi.
E’ quello che riferisce un maggior numero di dettagli sulla vita di Gesù; contiene il ben noto “discorso della montagna”, un compendio degli insegnamenti di Gesù ritenuto di grande valore anche dai non credenti; è il più ricco di particolari sulla nascita di Gesù, un evento tradizionalmente interessante a causa della nostra celebrazione della festa del Natale; contiene una raccolta di parabole, per le quali Gesù è ritenuto un grande maestro.
Riguardo alla data di composizione questo Vangelo viene posto tra il 60 e l’80 D.C. e fin dall’inizio fu attribuito a Matteo. Non esistono motivi particolari per mettere in dubbio la persona dell’autore.
Il Vangelo di Matteo fu scritto per diverse ragioni, alcune pratiche, altre di ordine teologico. Sul piano pratico, si avvertiva il bisogno di maggiori informazioni su Gesù di quelle date nella predicazione orale. Man mano che il numero dei credenti aumentava, si presentavano diverse domande che richiedevano una risposta, e un libro contenente gli elementi più importanti poteva essere fatto circolare nelle varie comunità proprio per questo scopo di chiarezza e di conoscenza.
C’era inoltre bisogno di informazioni precise, poichè i nemici di Gesù stavano diffondendo calunnie al riguardo; mentre altri, cercando di approfittare del nuovo movimento per ragioni personali, distorcevano i fatti per adattarli alle proprie esigenze.
I seguaci di Gesù volevano che i fatti venissero documentati. La morte di alcuni degli apostoli inoltre rendeva necessario mettere per iscritto il contenuto della loro predicazione. Perciò il libro di Matteo svolgeva la funzione di manuale ad uso dei credenti.
Matteo aveva anche altri motivi per scrivere il suo libro oltre a soddisfare un bisogno pratico della Chiesa. Nel suo scritto infatti affronta alcuni problemi specifici e puntualizza particolari aspetti.
1) – Matteo fa notare l’importanza delle profezie dell’Antico Testamento e come queste si siano attuate nella vita di Gesù.
La Chiesa non è sorta casualmente e non era esclusa dai piani di Dio. Il tempo che adesso è finalmente giunto è stato predetto in tutto l’Antico Testamento.
Matteo mostra come praticamente tutti gli eventi della vita di Gesù siano stati predetti dai profeti: la nascita, gli avvenimenti della sua infanzia, le guarigioni, gli insegnamenti, l’arresto, la morte e la risurrezione.
2) – Matteo vuole dimostrare ai suoi lettori ebrei che Gesù è l’adempimento di tutta la storia di Israele e dei suoi sogni. Egli infatti è il Messia che doveva venire. Questo è dichiarato fin dal primo versetto del libro: “Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo”.
3) – Matteo vuole dimostrare che anche se Gesù discende dagli Ebrei, egli è venuto per tutta l’umanità compresi i gentili, cioè i pagani. Di conseguenza, Matteo sottolinea con enfasi la venuta dei Magi (sapienti) a onorare la nascita di Gesù, l’apertura del regno di Dio ai gentili e l’ingiunzione agli apostoli di andare in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura.
4) – Matteo parla specificamente della fondazione della Chiesa e del modo di trattare alcuni problemi.
Infine, il Vangelo di Matteo dà particolare risalto agli insegnamenti di Gesù, che per i credenti sono una guida pratica. Ampio spazio è dedicato a ciò che Gesù aveva detto sulle circostanze fondamentali della vita (5,3-7,27; 10,5-42; 13,3-52; 18,3-35; 24,4-25,46).
Se diamo uno sguardo alla struttura di questo vangelo, in esso si susseguono cinque sezioni, ognuna composta da un discorso introdotto da fatti abilmente scelti per prepararlo; ciò che, unito ai racconti dell’infanzia e alla passione-risurrezione, costituisce un insieme armonioso di sette parti, come un dramma in sette atti sulla venuta del regno dei cieli:
1) La sua preparazione nella persona del Messia fanciullo (cap. 1-2).
2) La promulgazione del programma davanti ai discepoli e alla folla nel discorso della montagna (cap. 3-7).
3) La sua predicazione ad opera di missionari: i miracoli di Gesù annunziano i “segni” che accrediteranno la loro parola e il discorso di missione dà loro le consegne (cap. 8-10).
4) Gli ostacoli che deve incontrare da parte degli uomini, secondo lo sviluppo umile e nascosto voluto da Dio, illustrato dal discorso delle parabole (11,1-13,52).
5) I suoi inizi in un gruppo di discepoli, con Pietro per capo, primizia della Chiesa, le cui regole di vita sono delineate nel discorso comunitario (13,53-18,35).
6) La crisi che prepara la sua definitiva venuta, crisi suscitata dall’opposizione crescente dei capi giudei e annunziata dal discorso sulle cose ultime (cap. 19-25).
7) Infine questa stessa venuta nella sofferenza e nel trionfo, con la passione e la risurrezione (cap. 26-28).

Questo regno dei cieli che deve ristabilire tra gli uomini la sovrana autorità di Dio come re finalmente riconosciuto, servito e amato, era stato preparato e annunziato dall’antica alleanza.
Così Matteo, scrivendo tra i giudei e per i giudei, si impegna in particolare a mostrare nella persona e nell’opera di Gesù il compimento delle Scritture.
Con grande frequenza si riferisce  all’Antico Testamento per provare come la Legge e i Profeti sono “adempiuti”, cioè non solo realizzati nella loro attesa, ma anche portati ad una perfezione che li corona e li supera.
Lo fa per la persona di Gesù, confermando con testi scritturistici la sua discendenza davidica (1,1-17), la sua nascita da una vergine (1,23) a Betlemme (2,6), il suo soggiorno in Egitto, il suo stabilirsi a Cafarnao (4,14-16), il suo ingresso messianico in Gerusalemme (21,5.16); lo fa per la sua opera di guarigioni miracolose (11,4-5), di insegnamento che “adempie” la legge (5,17), sublimandola (5,21-48; 19,3-9.16-21). Sottolinea non meno fortemente come l’umiltà di questa persona e l’insuccesso apparente di quest’opera vengono anche a realizzare le Scritture: la strage degli innocenti (2,17ss), l’infanzia nascosta a Nazaret (2,23), l’amorevole mansuetudine del “servo” (12,17-21), l’abbandono dei discepoli (26,31), il prezzo irrisorio del tradimento (27,9-10), l’arresto (26,54), la sepoltura per tre giorni (12,40)…  tutto questo era il disegno di Dio annunziato dalla Scrittura.
La stessa incredulità dei giudei (13,13-15), attaccati alle loro tradizioni umane (15,7-9), e ai quali si può offrire solo un insegnamento misterioso in parabole (13,14-15,35), era pure annunziata dalle Scritture.
Gesù è il figlio di Dio; il suo insegnamento presenta la nuova legge che completa l’antica; la Chiesa che fonda su Pietro (16,18) e della quale Egli stesso è la pietra angolare rigettata dai costruttori (21,42), è la comunita’ messianica che continua quella dell’antica alleanza dandole una estensione universale, perchè Dio ha permesso il rifiuto dei primi chiamati (23,34-38) per aprire l’accesso alla salvezza a tutte le genti (8,11-12; 21,33-46; 22,1-10).
Si può in questo modo comprendere che il vangelo di Matteo, così completo e ben organizzato in ogni sua parte, sia stato accolto e utilizzato dalla chiesa nascente con grande favore.