Parola di Dio e Vita Cristiana
La costituzione dogmatica Dei Verbum qualifica la Chiesacome una assemblea riunita “in religioso ascolto della parola di Dio” per “proclamarla con ferma fiducia” a tutta l’umanità (DV 1).
La Chiesa è una comunità che ha origine dalla parola detta da Dio nella storia, la quale ha in Cristo la sua piena realizzazione, vive di questa parola e ha la missione di testimoniarla ad ogni uomo fino alla fine dei tempi. La stessa spiritualità cristiana è risposta vissuta alla parola di Dio proclamata nella Chiesa a vari livelli, di cui la massima espressione è raggiunta nella realizzazione degli eventi sacramentali.
La comunità ecclesiale esprime la propria realtà di popolo convocato da Dio soprattutto quando si raduna in assemblea liturgica per ascoltare la parola biblica e celebrare le meraviglie della salvezza che la stessa parola proclama e attua nella Chiesa.
Nella liturgia la parola non è semplicemente ascoltata: essa è accolta nella fede e pregata come la parola che annuncia e attualizza il mistero della salvezza.
Il metodo di ascolto della parola a cui la liturgia ci educa è quello della “lectio divina”. I diversi momenti della lectio, meditatio, oratio e contemplatio, sono recuperati e vissuti quali momenti di interiorizzazione e appropriazione esperienziale della parola in un contesto propriamente ecclesiale qual è quello posto in atto dal riunirsi liturgico-celebrativo.
Un religioso, Guigo il Certosino, recupera l’analogia del mangiare nei suoi diversi momenti, per esprimere quella che deve essere l’esperienza vissuta della parola: “La lettura porta cibo solido alla bocca; la meditazione lo mastica e lo spezza; la preghiera ne cerca il sapore; la contemplazione è la stessa dolcezza che dà gioia e ricrea”.
E’ in tale esperienza che la parola cresce nell’uomo, e come ricorda San Gregorio Magno, la Scrittura cresce con lo spirito di colui che la legge divenendo sorgente zampillante per la vita eterna.
Come praticare la lectio divina ?
I quattro passaggi, lectio, meditatio, oratio, contemplatio hanno l’unico scopo di arrivare a vivere la parola compresa e pregata. Questi quattro momenti non costituiscono un rigido schema, ma piuttosto un “clima” che progressivamente, partendo da una pagina biblica, ci porta all’incontro cuore a cuore con Dio.
Vediamoli brevemente:
Lectio:
Si intende la semplice lettura per comprendere il brano nel suo significato oggettivo. E’ il primo momento di ascolto per una retta comprensione della pagina biblica. Si tratta di fare una lettura calma, attenta, con successivi ritorni e riprese. Una lettura condotta nella novità della mente e del cuore col desiderio ardente di ascoltare ciò che Dio ha voluto davvero intendere ispirando quella pagina.
Si parla di lettura (lectio) ma non è una semplice operazione degli occhi e della mente. Coinvolge già il cuore e tutto il nostro essere, ed è già in qualche modo preghiera.
Fin dal primo momento infatti è necessario un senso vivo che la Parola di Dio non è qualcosa, ma Qualcuno, è Presenza.
Meditatio:
Riflessione per lasciarmi interpellare personalmente. E’ forse il passaggio più delicato e che, con estrema facilità, siamo portati ad evadere. Ma è proprio quello che ci fa entrare nell’esperienza gioiosa della Parola di Dio. Si tratta di lasciarci coinvolgere, di lasciarci portare dentro l’avvenimento della Parola.
Noi siamo generalmente abituati a metterci di fronte alla Parola, considerandola un complesso di idee e fatti da cui prendere ispirazione per il nostro agire. E’ troppo poco ! La Parola è una realtà attuale per me; Dio pronuncia oggi quella Parola per me e per me opera quei prodigi che sono narrati nella pagina biblica.
Il momento della meditatio è percepire nella fede che la realtà di quella pagina riflette la mia storia, e Dio che lì opera è operante per me adesso. E’ dunque un momento di intenso coinvolgimento personale.
Dunque non spettatori della Parola, ma protagonisti dentro la Parola. Questo è il senso dell’autentico ascolto.
Oratio:
La riflessione-ascolto diventa preghiera. Se ho avuto la grazia di calarmi dentro la Parola per lasciarmi interpellare personalmente, a un certo momento sento il bisogno di aprire il mio cuore a Dio, e l’ascolto si fa risposta, cioè preghiera.
Quella parola mi ha aperto gli occhi sull’Amore infinito di Dio ? Il mio cuore si apre alla riconoscenza e alla gioia. Quante volte la Parola di Dio ci ha infiammati di stupore e di entusiasmo per questo !
Un brano mi evidenzia invece un aspetto del mio peccato ? Ecco scaturire il bisogno di chiedere umilmente perdono.
Ancora, leggendo e meditando mi sento toccato nella volontà di modificare un atteggiamento della mia vita? La mia preghiera sarà implorare forza e costanza per cambiare.
Quanto è importante arrivare al momento della preghiera ardente… Si, perchè troppe volte noi ci illudiamo che sia sufficiente capire la Parola, magari prendiamo anche delle decisioni concrete… ma senza tener conto della nostra fragilità. Per questo dobbiamo arrivare a sentire il bisogno, l’urgenza di pregare. Infatti è solo Dio la forza della nostra volontà, e la preghiera è rivestirci della forza di Dio. Allora, e solo allora, la Parola di Dio diventerà un sentiero praticabile per tutti e per ciascuno, perchè nulla è impossibile a Dio.
Contemplatio:
L’intimità con il Signore raggiunge il suo culmine in un silenzio che ama e si lascia amare. E’ l’adorazione nel senso più profondo.
Ci si lascia afferrare dalla presenza del Signore e si rimane con Lui, in Lui, nella più totale semplicità. E’ un semplice sguardo ed è un percepire il suo sguardo.
Si crede, si ama, si rimane… Ogni altra operazione è superflua e disturba.
Partendo da una pagina della Parola si è vissuto una progressiva comunione
dalla lettura all’ascolto
dall’ascolto alla preghiera
dalla preghiera all’amore…
Ecco così i quattro momenti della Lectio.
Non esiste alcun mezzo intellettuale per “entrare” nella Parola di Dio, perchè la parola è spirituale. Deve essere obbedita e vissuta attraverso lo Spirito, prima ancora di poter essere compresa a fondo. Per questa ragione un’analisi puramente intellettuale non aiuta, mentre chi cerca di portare avanti la sua vita con amore ardente e obbedienza sincera a Dio, penetra il mistero e scopre i veri fondamenti dell’esistenza umana.
La prima cosa ad essere scoperta è la fedeltà di Dio nel compiere le sue promesse anche nella personale interiorità. Ciò rende la mente desiderosa di ricevere la scintilla della fede viva che accende nel cuore un grande fuoco di amore e di timore di Dio, e ve lo fa ardere.
L’esperienza spirituale di una persona e il grado della sua comprensione della Parola, si approfondiscono proporzionalmente al grado di obbedienza fedele e puntuale ai comandamenti della Parola stessa. Non si tratta semplicemente di una comprensione di testi e versetti, bensì di una comprensione del potere della Parola e di una conoscenza della vita che scaturisce dalla meditazione delle pagine bibliche, basata sulla fiducia, la testimonianza e su un’incrollabile fede in Dio. Si comprende che quanto si legge e si medita è “vita da essere vissuta”, non principi da discutere.
Sembra che il Signore voglia dire che uno ascolta con il cuore più che con le orecchie, e che la sua vita interiore influisce sulla Parola: o uccidendola oppure facendola vivere e crescere rigogliosamente.
“Ecco io sto alla porta e busso….” (Ap 3,20).
Dio parla e ogni uomo sulla faccia della terra può ascoltare la sua voce, comprendere e rispondere come se fosse chiamato personalmente per nome.
La sua voce è voce di tutte le età, non si affievolisce nè muore allo spirare della brezza, nè si smorza, nè ritorna a lui vuota (cf. Is 55,9-11).
Nessuno può ascoltare la voce del Figlio di Dio, se non chi apre il proprio cuore e la propria mente per comprendere il suo linguaggio. E le parole e i toni di questo linguaggio sono fatti di amore, tenerezza, pace, mitezza e continua attenzione paterna, per quanto dure possano apparire la vita e le sue condizioni.
Se l’orecchio è così addestrato spiritualmente da comprendere i simboli del messaggio divino come si manifestano negli eventi temporali, leggendo le parole si sentirà la mano di Dio che bussa alla porta. Egli a volte busserà con delicatezza, a volte forte, e sarà possibile ascoltare la sua voce nel clamore e nelle tempeste così come nella brezza leggera.
Egli, dopo aver condiviso il pane delle lacrime, chiede di poter entrare, di essere accolto perchè solo la sua Presenza porta luce, gioia, conforto.
Il Signore è vicino. Egli è umile e la sua voce sommessa, più sommessa di quella dell’uomo, ma profonda, più profonda dell’eternità stessa.
La Bibbia assimilata con applicazione, umiltà, dolcezza e abbandono si confonderà col nostro essere, secondo la mirabile prospettiva che ci offre Simeone il Nuovo Teologo: “L’uomo che è entrato nella familiarità di Colui che ha ispirato i libri santi, diviene egli stesso un libro ispirato che porta, scritti dal dito stesso di Dio, i misteri antichi e nuovi”.
Ogni cristiano, ovunque si trovi e quale che sia la sua appartenenza ecclesiale, può accedere alla visione del volto di Dio. Ebbene, se ti orienti verso quel volto, non puoi evitare di vedere ogni volto che ha scelto la tua stessa direzione di cammino. E se vai verso quella luce, diventi tu stesso luce. Tutte queste persone in cammino verso la stessa unica direzione, Gesù Cristo, formano la Chiesa.
L’unità è una unità nella santità. Dobbiamo tendere tutti alla santità, è a questo che ci chiama il Vangelo se vogliano prenderlo sul serio; è a questo che ci invita il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, se accettiamo l’invito a partecipare alla vittoria della risurrezione.
E’ più che mai tempo di scolpire in noi stessi l’immagine di uomini dal volto attento, pronti a dare, impastati di dolcezza e di umiltà. Noi siamo per una riconciliazione sincera tra gli uomini sostenuta da un desiderio irresistibile di andare incontro a Dio e all’uomo, in Cristo Gesù.
Nessuno ottiene da solo, nè solo per sé, la salvezza. L’uomo è costituito dal fatto di amare. Se il Signore abita nel cuore, lo dilata fino a spazi infiniti. Insieme noi operiamo a edificare il corpo di Cristo, finchè arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Uno slancio eterno di Dio verso l’uomo fa sì che la divinità dimori realmente in noi. La grazia è una vera luce che rischiara tutto l’essere.
Non esiste altra testimonianza che quella della croce: essere stato con Gesù nelle prove è l’esperienza necessaria per testimoniare la sua vittoria.
Nessuna mente d’uomo conoscerà mai la verità se Dio non purificherà il suo cuore. Colui che Dio riveste di luce è il luogo e il contenuto della testimonianza.
Ecco io sto alla porta e busso…. (Ap 3,20).
A colui che bussa, sarà aperto. Ma anche se Dio non apre subito, consolati !
Immagina un buon nonno il quale, chiuso nella sua stanza, sta preparando la sorpresa al nipotino invitato per una certa ora. Questi arriva un pò prima: bussa ma non gli viene aperto. Il bambino sapeva che c’era qualcuno nella stanza, poichè era illuminata. I suoi colpi furono sentiti… ma non gli fu aperto. Allora fu preso da una grande mestizia.
Ma perchè non gli fu aperto ? Perchè i preparativi della gioia non erano ancora ultimati. (Soeren Kierkegaard).
Versetti fondamentali per la vita cristiana.
Una delle caratteristiche della Parola di Dio riportata dalla Bibbia è quella di costituire una guida pratica, o un manuale, per i cristiani che vogliono vivere secondo Dio.
Meditando vari passi della Scrittura e custodendoli nel cuore con amore, si può davvero fare esperienza che è possibile trascorrere le proprie giornate con la consapevolezza che tutta la nostra esistenza si svolge sotto lo sguardo di Dio, e questo pensiero dà forza e aiuta la preghiera come dialogo, come comunicazione di cuore con l’Amico Gesù.
Per praticità i versetti sono raggruppati in tre categorie: capire Dio, capire il mio rapporto con Lui e capire il mio rapporto con i fratelli. Tali elenchi non sono certamente completi, ma costituiscono esempi che il lettore può integrare.
CAPIRE DIO:
Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare.
(Salmo 45,2-3)
Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro.
(Tito 3,5-6)
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: “Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia.
(Salmo 125,2-3)
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perchè possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.
(2 Cor 1,3-4)
Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore.
(1 Samuele 16,7)
Vi ho detto queste cose perchè abbiate pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo !
(Giovanni 16,33)
Cristo è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, poichè per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui.
(Colossesi 1,15-17)
Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, la maestà e lo splendore, tutto nei cieli e sulla terra è tuo. Tuo è il regno, Signore; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa.
Da te provengono ricchezza e gloria; tu domini tutto; nella tua mano c’è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere.
(1 Cronache 29,11-12)
Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui ?
(Romani 8,32)
CAPIRE IL MIO RAPPORTO CON DIO:
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perchè chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
(Giovanni 3,16)
Io sono persuaso che nè morte nè vita, nè presente nè avvenire, nè potenze nè altezza nè profondità, nè alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù, Signore nostro.
(Romani 8,38-39)
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.
(1 Giovanni 1,9)
Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè.
(Galati 5,22)
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
(Filippesi 4,6-7)
Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
(Romani 8,28)
Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.
(Isaia 58,11)
CAPIRE IL MIO RAPPORTO CON GLI ALTRI.
Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per voi.
(Efesini 5,1-2)
Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio.
(1 Pietro 4,9-10)
Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perchè nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano.
(1 Pietro 3,15-16)
Rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
(Colossesi 3,12-13)
Il Dio della speranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perchè con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
(Romani 15,5-6)
Se offrirai il pane all’affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua oscurità sarà come il meriggio.
(Isaia 58,10)
Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo.
(Luca 6,35)
Nonostante tutte le possibili riflessioni sulle parole della Scrittura, per i Santi Padri l’ultima parola è il silenzio. E non è difficile capire perchè. Consapevoli come sono della potenza del linguaggio, anche per la necessità che le parole scaturiscano dalle profondità di un cuore puro, i padri apprezzano più di ogni altra cosa il silenzio.
Il silenzio è l’atmosfera in cui sboccia la consapevolezza di Dio e l’incontro con lui nella preghiera. Il silenzio è il terreno misterioso sul quale le parole della Scrittura e le parole dei santi esprimono tutta la loro potenza di rivelazione.
Così, se da un lato i santi Padri non esitano a interrogarsi sul significato di un testo biblico, dall’altro tuttavia sanno che ci sono casi in cui il silenzio è la migliore reazione alla Scrittura.
Un clima di silenzio interiore permette alla Parola di essere un pò alla volta intessuta nell’ordito della propria esistenza.
L’acqua nel pozzo c’è, ma perchè zampilli in superficie occorre uno strumento adeguato. La potenza significante delle parole diventa reale soltanto attraverso l’impegno di chi le pratica. Senza integrità di vita viene a mancare ogni fondamento sul quale esprimere parole e valutazioni attendibili, e diventa impossibile fare esperienza di Dio.
La santità, per i Santi Padri, è intesa come trasformazione personale derivante dall’assorbimento e dalla realizzazione della Scrittura nella propria esistenza. Dai loro detti risulta con chiarezza che essi traducono esemplarmente nella vita le qualità che hanno assorbito dalla Scrittura. La vera interpretazione e spiegazione della Parola di Dio è una persona, un essere umano che incarna i testi biblici e che attira altri fuori dal loro mondo per proiettarli verso spazi aperti e possibilità infinite dello spirito.